Arno Rafael Minkkinen Rebecca Volpagni

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Arno Rafael Minkkinen è un fotografo nato a Helsinki, nel 1945. Diventa ben presto americano a tutti gli effetti, trasferendosi con la sua famiglia in America, a New York, negli anni ’50. Nonostante una vita intera trascorsa negli Stati Uniti, l’anima del nord Europa, con i suoi paesaggi incontaminati e le sue immense distese naturali e suggestive sono rimaste sempre ben impresse nella sua mente, tanto che la sua attività di fotografo trae ispirazione proprio dall’incanto e dalle bellezze naturali della Finlandia, sua terra d’origine.

Nel 1971 la fotografia di Arno Rafael Minkkinen diventa autobiografica e da quel momento in poi è proprio il corpo del fotografo che appare nella sue foto, in quelli che sono diventati i suoi autoritratti più celebri. Il suo profilo, insieme alle fattezze del suo corpo, si trasforma di scatto in scatto, per seguire una volta le forme di un albero e un’altra quelle di un tronco, di una montagna, o di qualsiasi altro elemento naturale.

Arno Rafael Minkkinen dedica i suoi scatti, la cui espressività è enfatizzata grazie all’usoesclusivo del bianco e nero, ai suoi figli, per celebrare il rapporto tra la figura paterna e quella del figlio, legame che si riflette continuamente nelle fotografie attraverso l’accostamento di due corpi sempre vicini, quasi come se fossero inseparabili e in continua evoluzione.

Gli scatti sono molto suggestivi e pongono sempre al centro dell’immagine il soggetto, evidenziato dalla carica emotiva delle immagini in bianco e nero, che rendono la fotografia molto affascinante, oltre tempo e la connotano con una grande forza artistica.

Il metodo utilizzato per creare questi scatti audaci, pre-data l’uso di Photoshop di decenni, affidandosi invece ad un semplice scatto 9 secondi che permette a Minkkinen di posare rapidamente per ogni fotografia. Quello che può apparire come uno scatto realizzato con tempismo fortuito, è spesso il risultato del coraggio di Minkkinen nel correre rischi; lui stesso si immerge in forti correnti, si seppellisce nel ghiaccio, o posa sul bordo di una scogliera. Minkkinen racconta così il suo modo di lavorare:              “Molte delle mie fotografie sono difficili da fare. Alcune possono anche essere pericolose. Non voglio avere nessun altro che venga a correre i rischi che ho bisogno di prendere come sporgersi da un dirupo o rimanere sott’acqua per il bene della mia fotografia. Controlliamo quanto dolore possiamo tollerare; tali informazioni sono personali. Alcune delle mie immagini potrebbero sembrare semplici, ma in realtà possono testare i limiti di ciò che un corpo umano è in grado di fare o è disposto a rischiare. Così li ho intitolati autoritratti, per cui lo spettatore sa chi è il protagonista nella foto e chi l’ha scattata”.

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