«Se le vostre foto non sono abbastanza buone, non siete abbastanza vicino» -Robert Capa
La vita
Nacque a Stoccarda nel 1910 con il nome di Gerta Pohorylle in una famiglia della buona borghesia ebraica di origini galiziane. Bella, estroversa, ribelle, giovanissima entra a far parte di movimenti socialisti e lavoratori.
Il 19 marzo 1933 venne arrestata e imprigionata perchè sospettata di aver partecipato alla distribuzione di volantini antinazisti. Finisce in carcere in quanto attiva nel Partito Comunista tedesco e subito dopo decide di scappare a Parigi. Qui conosce Endre Friedman, anch’egli ebreo e comunista che le insegna l’arte della fotografia e con cui si fidanza. Ottenne un impiego fisso all’ agenzia anglocontinentale Alliance di cui, per un anno, fu la factotum, dove perfezionò la tecnica della fotografia e della stampa e imparò a conoscere e trattare il mercato del fotogiornalismo in crescita.
![2-fred-stein-taro-and-capa-1935](https://graffigrafici.wordpress.com/wp-content/uploads/2018/03/2-fred-stein-taro-and-capa-1935.jpg?w=273&h=203)
I due giovani innamorati, ambiziosi, talentuosi e decisi a conquistare il mondo, si inventarono un personaggio, un fotografo americano, ricco, famoso e molto costoso, temporaneamente in Europa. La scelta del nome cadde su Robert Capa, dai tratti esotici e misteriosi. Anche Gerta cambiò il proprio nome in Gerda Taro. Robert Capa nel giro di qualche mese diventò un fotografo richiestissimo e molto apprezzato.
![Taro_shelter](https://graffigrafici.wordpress.com/wp-content/uploads/2018/03/taro_shelter.jpg?w=250&h=165)
Nel luglio del 1936 scoppiò l’insurrezione franchista e Gerda e Rob si recarono in Spagna. Avevano due macchine fotografiche una Rolleiflex e una Leica, entrambi usavano entrambe, fotografavano la folla, il fermento, le barricate, le milizie, il fronte. Entrambi firmavano indifferentemente le proprie fotografie “CAPA”.
![GERDA TARO TOMB IN PERE-LACHAISE CEMETERY OF PARIS.jpg](https://graffigrafici.wordpress.com/wp-content/uploads/2018/03/gerda-taro-tomb-in-pere-lachaise-cemetery-of-paris.jpg?w=206&h=288)
Nel Luglio del 1937 i Capa erano ancora in Spagna a documentare la guerra.
Gerda realizzò il suo più importante reportage sulla battaglia di Brunete e fu proprio nel ritorno che perse la vita. Dopo aver terminato i rullini, aveva trovato un passaggio per rientrare a Madrid viaggiando aggrappata al predellino di un’auto colma di feriti. Aerei tedeschi attaccarono il convoglio,un carro armato “amico” perse il controllo e investì l’auto a cui era attaccata e Gerda, che cadde rimanendo schiacciata sotto i cingoli. Restò in vita e vigile sino all’alba del 26 luglio 1937, preoccupandosi fino all’ultimo della situazione delle sue macchine. Il suo corpo fu traslato a Parigi e accompagnato da 200mila persone fu tumulato al Père Lachaise con tutti gli onori dovuti ad un’eroina repubblicana. Robert Capa pubblicherà in sua memoria “Death in the Making“, riunendo molte foto scattate insieme.
La fotografia di guerra
Ciò che spinse gli impavidi fotografi a buttarsi a capofitto nella furia della guerra spagnola non può attribuirsi alla mera vocazione ideologica, ma al loro istinto di testimonianza. La spasmodica ricerca dell’attimo fuggente non era volta alla teorizzazione di un’estetica, era piuttosto dettata da una vocazione documentarista, che darà vita al genere del fotoreportage di guerra.
![capa_death_of_a_loyalist_soldier](https://graffigrafici.wordpress.com/wp-content/uploads/2018/03/capa_death_of_a_loyalist_soldier.jpg?w=325&h=228)
(Rolleiflex a negativo quadrato)
Una pretesa di realismo così imperante richiede coraggio e una certa incoscienza: la giovanissima fotografa era spregiudicata anche sul campo, correndo a fianco dei soldati di fanteria mentre infuriava la battaglia. Sulle copertine di Life fecero la loro apparizione donne e bambini e le atrocità della guerra civile spagnola erano ormai sotto gli occhi di tutti. La vicinanza della macchina fotografica ai soggetti ritratti offriva dell guerra una visione intima e straziante, fatta di frammenti e di istanti catturati qua e là, scomposti, ma intrisi di una violenza inaudita.
«Ed io non ti dimenticherò mai, Endre. Imprimo il tuo sguardo nei miei ricordi e appoggio la tua immagine nella camera oscura della memoria.»
Le immagini più importanti e caratteristiche
![Refugees from Málaga in Almería, Spain, February 1937](https://graffigrafici.wordpress.com/wp-content/uploads/2018/03/nyc74740.jpg?w=292&h=216)
![militiawoman-training-in-barcelona](https://graffigrafici.wordpress.com/wp-content/uploads/2018/03/militiawoman-training-in-barcelona.jpg?w=261&h=269)
![Gerda Taro_Photo Robert Capa](https://graffigrafici.wordpress.com/wp-content/uploads/2018/03/gerda-taro_photo-robert-capa.jpg?w=290&h=171)
battaglia di Brunete, appoggiata ad un
cippo miliare di una strada. (1936)
![SPAIN. Cordoba Front. May, 1937.](https://graffigrafici.wordpress.com/wp-content/uploads/2018/03/nyc116003.jpg?w=183&h=272)
![BOB1936013W00XX2/XX1C](https://graffigrafici.wordpress.com/wp-content/uploads/2018/03/par75197.jpg?w=298&h=237)
(1937)
![SPAIN. Aragon front. A Republican soldier drinking wine. August-September 1936.](https://graffigrafici.wordpress.com/wp-content/uploads/2018/03/par115243.jpg?w=261&h=320)
![SPAIN. Brunete. First great offensive by the republicans. July 1937.](https://graffigrafici.wordpress.com/wp-content/uploads/2018/03/par76643.jpg?w=295&h=207)
![Gerda-Taro-prima-fotogiornalista-guerra-www.in-verso.it-4](https://graffigrafici.wordpress.com/wp-content/uploads/2018/03/gerda-taro-prima-fotogiornalista-guerra-www-in-verso-it-4.png?w=290&h=166)